Quando “nonni e nipoti si incontrano per raccontare e ascoltare”

Il nostro Paese è uno scrigno pieno di gemme che aspettano di essere scoperte. Tra queste la storia e le tradizioni popolari, patrimonio della cultura. Le comunità locali, meritoriamente, si attivano perché questo patrimonio rimanga il più possibile vivo e presente nelle nuove generazioni.

A Parabita, in provincia di Lecce, è stata realizzata un’iniziativa per far sì che questo avvenga. È stato così realizzata una versione del gioco del mercante in fiera i cui soggetti delle quaranta carte raffigurano le tradizioni popolari. I soggetti, davvero molto belli, sono stati realizzati da Luigi Donateo. Un libro allegato al gioco riporta le quaranta illustrazioni, suddividendole tra miti, tradizioni, mestieri e cucina che sono spiegate nei testi di Anna Piccinnino e Ortensio Seclì.

Il libro si intitola “Nonni e nipoti si incontrano per raccontare e ascoltare” , ed è il numero diciannove della collana di studi e ricerche Il Laboratorio – Archivio Storico Parabitano.

Il fine è quello di incidere a livello culturale sul territorio, creando indirettamente una cultura diffusa e generando capitale sociale per la comunità di riferimento” è spiegato nell’introduzione da Fiorentino Seclì, presidente della Onlus Centro di Solidarietà “Madonna della Coltura”.

Il progetto é nato da un’iniziativa del Centro di Solidarietà “Madonna della Coltura” di cui è capofila, con partner l’aps PAIDÈIA e la collaborazione della Cooperativa sociale “Il Girasole”, della Cooperativa sociale “Mons. Aldo Garzia”, della aps Dienneavventura, di ACLI Parabita e dell’azienda “Verde Giuranna”, progetto finanziato nell’ambito del programma “Puglia Capitale Sociale 2.0”.

La Madonna della Coltura è la patrona di Parabita situata nell’entroterra salentino, poco a est di Gallipoli.

L’iniziativa ha coinciso con il venticinquennale della nascita del Centro di Solidarietà, attivo nella comunità locale con “l’attenzione alle persone anziane ed ai diversamente abili, l’educazione dei bambini e dei ragazzi al rispetto e ad all’importanza delle tradizioni locali, la valorizzazione della cultura e degli antichi mestieri“, come spiega ancora Fiorentino Seclì nell’introduzione al libro.

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