
Sono trascorsi ottant’anni esatti dal giorno in cui, il 5 aprile del 1943, gli “alleati” nel bombardamento della nostra città distrussero tra le altre cose uno dei palazzi più belli della nostra città. Era il Palazzo Lampedusa, di cui così parlava il grande Giuseppe Tomasi di Lampedusa nell’estate del 1955 nel primo de “I racconti” dedicato alla sua amata casa, luogo incantato della sua infanzia: “La amavo con abbandono assoluto. E la amo ancora adesso quando essa da dodici anni non è più che un ricordo”. “Tutte le altre case sono state dei tetti che hanno servito a ripararmi dalla pioggia e dal sole, ma non delle CASE nel senso arcaico e venerabile della parola”.
Per l’amata scomparsa – come veniva ricordata con struggente senso di perdita la sua casa natale
dal principe-scrittore, quasi fosse un essere vivente – seguirono decenni di completo abbandono.
Nel 2010, un gruppo di architetti dello studio PL5, da anni impegnato nel recupero di edifici del centro storico di Palermo, ha fatto uno studio per la ricostruzione di Palazzo Lampedusa e ne ha verificato la fattibilità. Attraverso un progetto complesso e ambizioso che prevedeva il restauro delle
parti scampate al bombardamento, la ricostruzione delle altre parti mantenendo il profilo architettonico originario con l’inserimento di elementi contemporanei e, allo stesso tempo, la creazione di diverse unità abitative, la storica dimora poteva tornare a essere abitata e vissuta.
L’iniziativa ha ben presto raccolto una “cordata” di una trentina di cittadini interessati all’operazione che hanno costituito il cosiddetto “Gruppo di acquisto”. Una volta acquisita l’intera area
dell’edificio e costituito il condominio, finalmente il progetto di recupero e ricostruzione potuto
iniziare e, nel 2013, portato a termine.
Attraverso testimonianze, immagini e video, l’evento organizzato da progettisti e proprietari di Palazzo Lampedusa, attori di un’impresa per nulla scontata – riportare in vita un palazzo ridotto in un cumulo di macerie e lasciato tale per quasi settant’anni – ne rievoca i momenti più significativi
per celebrare la rinascita di una dimora storica e della casa natale di uno dei massimi scrittori italiani.
Mercoledì 5 aprile a Palazzo Lampedusa si svolgerà un convegno dedicato alla storia del Palazzo e nella stessa occasione sarà presentato il libro “Il Gattopardo nella DDR” di Bernardina Rago.
Sulla base di materiale d’archivio inedito e di testimonianze dirette dall’Autrice, viene ripercorsa la storia della prima edizione del Gattopardo nella DDR. Secondo l’interpretazione della Germania Est
il romanzo di Tomasi di Lampedusa non è il canto della decadenza, ma preannuncio di una nuova epoca. Lo studio traccia l’incredibile percorso fatto di eccezioni alle regole editoriali e ai programmi culturali dell’opera di un principe siciliano ormai defunto chiamato a fare da baluardo
ideologico al cosiddetto “Muro di protezione antifascista” proprio nell’anno della sua costruzione.