
Martedì 11 marzo alle 16.30 nella Sala sei 99 di Palazzo Branciforte in largo Gae Aulenti 2 a Palermo Enrico Terrinoni terrà una conferenza dal titolo “L’interpretazione quantistica del letterario: il caso di James Joyce.
Nella presentazione dell’evento si spiega: “In un’epoca di interazioni e commistioni tra i saperi, il caso dello scrittore irlandese James Joyce consente più di altri di stabilire una connessione diretta e sottile tra scienza e letteratura, aprendo a interpretazioni possibili al contempo sotterranee e rivelatrici.
Si tratta di applicare una naturale metempsicosi dei saperi e nello specifico di consentire alla fisica del microscopico e del macroscopico di interagire con la letteratura alla luce del testo letterario
joyciano definito immarginabile secondo un conio dell’autore stesso. Le opere maggiori di Joyce, Ulisse e Finnegans Wake in primis, possono esser considerate quantistiche e relativistiche proprio
in virtù del dialogo che instaurano con le due principali rivoluzioni scientifiche del Novecento.
La conferenza sarà l’occasione per riflettere sui contatti potenziali e reali tra scienze e arti in nome di quel concetto di relazionalità che si rivela cruciale sia per la teoria dei quanti – per cui la realtà è una rete di relazioni e ogni cosa è solamente il modo in cui agisce su qualcos’altro – sia
per la letteratura relativistica di Joyce che è in continuo contatto con l’universo e l’orizzonte dei lettori.
In questa prospettiva, il testo letterario esiste attraverso le proprie relazioni e coincide con esse. Così potremmo affermare che un libro, un’epica, una poesia, esistano soltanto nel modo in
cui influenzano chi li percepisce e ne fruisce, e il caso Joyce è esemplare: un testo si distanzia dalla sfera autoriale per divenire di fatto parte dell’immaginario del lettore, che lo riscrive mentalmente ad infinitum, relativamente al suo collocamento, alle sue ambizioni aspirazioni, e in fin dei conti, al suo senso di libertà”.