
Il Tribunale Amministrativo Palermitano, chiamato a pronunciarsi sul ricorso avente ad oggetto un’indennità risarcitoria richiesta dal Dipartimento regionale dei Beni culturali e dell’Identità Siciliana per il presunti danno arrecato al paesaggio, nel Comune di Agrigento, frazione di San leone, a seguito dell’edificazione di opere abusive, oggetto poi di istanza di sanatoria edilizia che è stata rilasciata, ha condiviso le argomentazioni proposte dall’Avv. Michele Cimino, con l’Avv. Giorgio Troja e il Dott. Oscar Di Rosa.
Il Tar Sicilia-Palermo, con sentenza breve del 23 gennaio 2020, ha accolto la tesi del ricorrente, patrocinato dallo studio dell’Avv. Michele Cimino, e ha annullato i provvedimenti emessi dall’Amministrazione Regionale con cui si contestava una presunta violazione del vincolo paesaggistico per via di un immobile donato dal padre dell’attuale proprietario e sito lungo il litorale agrigentino di San Leone.
“La situazione a livello locale è molto preoccupante: pur essendoci fondate ragioni giuridiche a sostegno dell’illegittimità dei provvedimenti dell’Amministrazione, molti abitanti della Città dei Templi, proprietari di edifici costruiti verso la fine degli anni ’70 e inizi anni ’80, per via delle lungaggini processuali e dell’alea insita in un processo, preferiscono spesso far fronte alle sanzioni comminate dall’Assessorato, talvolta ingenti, piuttosto che impugnare i provvedimenti sanzionatori”.
La Legge Galasso è stata infatti introdotta con la L.431/1985, non coinvolgendo proprio alla luce dell’art. 1 della L.689/1981, tutti quei fabbricati sorti prima di tale data. D’altronde è impensabile che qualcuno venga punito sulla base di un vincolo non esistente al momento della costruzione. I giudici amministrativi, sposando la tesi difensiva, hanno così statuito che l’immobile, realizzato nel 1973 non potesse essere oggetto di alcun provvedimento sanzionatorio, essendo stato apposto solo successivamente il vincolo paesaggistico.