L’Efebo d’Oro, in programma a Palermo dal 13 al 19 ottobre dedica, per la prima volta in Italia, un’ampia personale a Mike Hoolboom, autore prolifico e versatile, critico cinematografico e curatore. La personale proporrà una selezione di lungometraggi e di cortometraggi che tenta di tracciare una cartografia dell’opera del regista, tanto polimorfa e stimolante quanto vasta e aperta alla contaminazione con altre forme d’arte e alle più feconde suggestioni politico-filosofiche che riflettono sul nostro tempo.
Hoolboom, considerato uno dei più significativi filmmaker sperimentali canadesi dopo Michael Snow, sarà ospite del Festival e venerdì 18 ottobre (ore 9.30 – 14.00) terrà una masterclass dal titolo Throwing the Body presso la Sala Bianca del Centro Sperimentale di Cinematografia – Sede Sicilia. La masterclass, occasione imperdibile sia per gli studenti di cinema, sia per ogni cinefilo e appassionato che non si stanca di saggiare le potenzialità del cinema, avrà come oggetto il rapporto inscindibile che sussiste tra cinema e corpo. (Info masterclass: info@efebodoro.it)
La 41a edizione dell’Efebo d’Oro, Premio Internazionale di Cinema e Narrativa, nato per sottolineare gli intensi rapporti di scambio tra cinema e letteratura, nel corso degli anni è divenuto un vero e proprio festival di cinema e scrittura. Durante i 7 giorni di programmazione, oltre al già annunciato Premio Efebo d’Oro alla carriera a Fatih Akin, di cui sarà proposta una corposa selezione di lavori, si presenterannodue sezioni a concorso: quella dei film tratti da opere letterarie, in competizione per l’Efebo d’Oro, e quella delle opere prime o seconde che partecipano all’Efebo Speciale.
Mike Hoolboom
Nato a Toronto nel 1959, Mike Hoolboom ha esordito nel mondo del cinema sperimentale a metà degli anni Ottanta. Autore prolifico e versatile, è anche critico cinematografico e curatore, è considerato uno dei più significativi filmmaker sperimentali canadesi dopo Michael Snow. Ha realizzato le sue prime opere lavorando con la cinepresa Super 8 di suo padre. Da sempre affascinato dallo smantellamento di ogni attribuzione meccanica di significato, il suo lavoro investiga come la fisicità determini la percezione e, altresì, come la cultura di massa, satura di immagini, determini non pochi problemi a livello percettivo. Nel 1989, in seguito alla diagnosi di sieropositività il suo lavoro si è aperto a una forma politicamente consapevole, senza per questo rinnegare la sua dimensione eminentemente personale e biografica. Nei tardi anni Novanta ha iniziato a costruire opere la cui struttura potesse includere immagini tratte da video musicali, blockbuster hollywoodiani, spot e cinema d’arte europeo.
Di Mike Hoolboom sarà proiettata una selezione di lungometraggi e di cortometraggi che tenta di tracciare una cartografia della sua opera, tanto polimorfa e stimolante quanto vasta e aperta alla contaminazione con altre forme d’arte e alle più feconde suggestioni politico-filosofiche che riflettono sul nostro tempo.
La selezione di lungometraggi avrà una dimensione fortemente meta-cinematografica, poiché, prendendo spunto da vicissitudini autobiografiche (Father Auditions, 2019), dal rimaneggiamento di materiale d’archivio (Public Lighting, 2004) e dalle vite di Fats Waller, Jackson Pollock, Janieta Eyre e Frida Kahlo (Aftermath, 2018), si farà sempre ritorno alla dimensione materiale, al “corpo” del cinema, capace di creare spazi e tempi altri attraverso cui poter guardare al passato, riflettere sul futuro e vivere un presente migliore. I cortometraggi proiettati prendono invece le mosse dal formato apparentemente più tradizionale del video-ritratto (Scrapbook, 2015; Citizen Poet, 2017) per arrivare alla dimensione tattile e artigianale insita nel fare cinema (3 Dreams of Horses, 2018).
In tal senso, la masterclass condotta da Hoolboom durante il Festival presso il CSC – Centro Sperimentale di Cinematografia (Palermo), sarà un’occasione imperdibile sia per gli studenti di cinema sia per ogni cinefilo e appassionato che non si stanca di saggiare le potenzialità del cinema. Throwing the Body è il titolo della masterclass che avrà come oggetto il rapporto inscindibile che sussiste tra cinema e corpo. Partendo dalla premessa di matrice psicoanalitica che al cinema lo spettatore abbia la possibilità di vivere dentro corpi altrui, Hoolboom si interrogherà sul gesto fondamentale dello sprofondare in un corpo estraneo. Il cinema diventa il luogo dei contrasti per eccellenza, uno spazio – reale e virtuale – in cui lo spettatore, al culmine della sua dimensione solitaria, può scoprire, immaginare e/o inventare una società in cui l’individuo trovi la forza e la ragione di esistere proprio grazie all’esistenza di una comunità. L’avvento di nuovi modi di fare cinema può forse contribuire alla riformazione di nuove nazioni?
