
Spettacolo di Rosalia Billeci domenica 3 marzo al Re Mida. Nel teatro di via Filippo Angeletti 34, alle 18, avrà luogo la rappresentazione di “Gira vota e firria”, l’ultimo lavoro di Rosalia Billeci. La Billeci, che alla professione medica affianca la passione per il teatro, propone un recital che ha per tema la Sicilia e i Siciliani e si propone di raccontare con ironia e leggerezza, com’è nel suo stile, la Sicilia dalle innumerevoli storie.
Così l’autrice approfondisce e chiarisce i temi dello spettacolo: “Gira Vota e Firria è un modo di dire siciliano che significa girare in tondo per ritrovarsi sempre al punto di partenza, che fa il paio con la famosa frase del Principe di Salina: cambiare tutto per non cambiare nulla. Questa è un po la storia della Sicilia almeno a partire dal 1860, le cui cause sic et sempliciter, nell’incapacità di capire, sono state attribuite alle peculiari caratteristiche dei siciliani, visti come una “razza” a parte.
E’ chiaro che alla luce di tutto quello che è accaduto e sta accadendo, si tratta di una visione semplicistica e superficiale e diventa chiaro che le cause non sono altro che gli effetti di un sistema di potere ben congegnato “da menti raffinatissime”, come ebbe a dire il giudice Borsellino, essendo le cause ben più profonde e complesse. In questa sorta di rivoluzione copernicana, la storia della sicilia acquista un significato totalmente nuovo e diventa metafora, come preconizzava il nostro scrittore Leonardo Sciascia, di ciò che oggi sta avvenendo in Italia e a livello globale, e ci permette di comprendere come un sistema di potere pervasivo e sotterraneo, di cui ci sfuggono le dimensioni e le profondità, sia capace di manipolare e plasmare le menti di un popolo, decidendone così le sorti ed il destino.
Nello specifico lo spettacolo si propone di raccontare la sicilia dalle innumerevoli storie, con leggerezza e ironia: la Sicilia terra di conquista, depredata, martoriata dalla mafia, dall’emigrazione, dai politici corrotti; la Sicilia, dove natura, arte e cultura congiurano per farne una terra bellissima; la Sicilia “che tutti i popoli invasero, tanto fu la bramosia di possederla come una bella fanciulla ardentemente desiderata” (cit. G. De Maupassant)“.
La narrazione, nello spettacolo teatrale, è arricchita dai canti e dalle storie della tradizione orale siciliana.